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La prima parte, dopo avere analizzato l'etica kantiana, traccia le linee principali del dibattito ottocentesco sulla moralità attraverso i filosofi che sottolineano i limiti dello spazio morale, coloro che pongono al centro dell'orizzonte "il piacere e l'utilità", sino all'affermazione di assoluti materiali in Kierkegaard, in Schopenhauer e nella radicale critica di Nietzsche. Nella seconda parte si affronta la molteplicità delle teorie che hanno lasciato un segno nella discussione contemporanea sull'etica: il rinnovato confronto con Kant dei filosofi neokantiani, la riflessione sui valori di Weber e della fenomenologia di Husserl, Scheler e Hartmann; la ripresa di temi idealistici nella filosofia di Green, Bradley e Croce; l'etica in Bergson e nel personalismo di Mounier e Lévinas; la filosofia dell'esistenza nelle sue varie forme; gli sviluppi delle scienze umane e sociali, dalla psicoanalisi di Freud alle teorie psicologiche dello sviluppo morale, alla teoria critica della società. La terza parte prende in esame l'etica di tradizione analitica - che dalla filosofia di Moore porta al dibattito attuale - affrontando prima il problema dello statuto dell'etica, poi quello dei criteri normativi delle azioni.