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L'inarrestabile sviluppo economico ipotizzato nel secondo dopoguerra sembra ormai gravemente compromesso. La tendenza a interpretare i problemi come inconvenienti momentanei lascia sempre più spazio a un diffuso pessimismo. Alla tradizionale contrapposizione ideologica tra Est e Ovest che per decenni ha polarizzato l'opinione pubblica mondiale si è sostituita una nuova visione del pianeta: ad un Nord ricco fa riscontro un Sud povero e sovrappopolato. Allo stesso tempo una serie di eventi naturali sta incalzando la Terra: catastrofi ed insidie ambientali minacciano interi paesi ed affossano economie già precarie. Intere popolazioni ai margini del cosiddetto Primo Mondo rischiano di essere spazzate via, sconvolte dal processo di omologazione culturale in atto che tende ad azzerare le varie differenze in favore di un unico modello dominante. Il carico demografico continua ad aumentare ponendo in forse, secondo alcuni, le principali risorse mondiali. Le carte del mondo sono quotidianamente rimescolate e tutto sembra invecchiare precocemente, travolto dagli eventi. Cambia dunque la realtà e si arricchiscono i contenuti della Geografia umana, che può offrire una serie di strumenti conoscitivi in grado di interpretare il mondo agli inizi del Terzo Millennio.