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Il canzoniere delle "Amours jaunes" di Tristan Corbière è accordato sui registri della dissonanza, dell'ironia e del grottesco. Il poeta bretone rovescia sistematicamente i valori estetici e letterari del proprio tempo coltivando un rapporto ambiguo con la tradizione poetica francese. Dissacrante e iconoclasta, Corbière si servì in modo spregiudicato della letteratura, come attestano le parodie di La Fontaine, Lamartine e Hugo, disseminate nella raccolta. Nello studio dell'opera corbieriana il volume privilegia alcune linee di analisi: la forma del portrait, assunta in modo ironico; l'inscrizione nella tradizione del pastiche; le procedure argomentative per antitesi e negazioni; il rapporto con l'opera del padre, Édouard, che fu romanziere prolifico e anticonvenzionale. Ne deriva una viva rappresentazione di quella poétique à l'envers indagata nei costituenti formali e stilistici, nella microtessitura dei versi e delle strutture ritmiche, nella plurima sedimentazione degli strati linguistici.