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«Come lavoro»? Si chiedeva Gadda nel 1949 in uno dei suoi saggi più famosi. E rispondeva subito, depistando il lettore: «Come non lavoro», rivelando l'impossibilità, per l'autore, di svelare il segreto della propria arte, così intrecciata alla propria vita, inestricabile «groppo, o nodo, o groviglio, di rapporti fisici e metafisici». Paola Italia, che da anni studia l'opera di Gadda attraverso l'analisi delle sue carte, guida il lettore nel labirinto dei suoi archivi e delle sue biblioteche, dagli appunti manoscritti alle bozze, tra correzioni, revisioni, riscritture e autocensure. Un viaggio avventuroso e affascinante - che è anche una «confessione d'autore» sui «problemi d'officina» - nella sua scrittura, intesa come «indefettibile strumento per la scoperta e la enunciazione della verità».