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Nel periodo compreso tra fine anni Cinquanta e fine anni Settanta il pensiero di Jürgen Habermas si muove su un piano di riconsiderazione del marxismo, di attenzione verso la sociologia nordamericana, di vicinanza critica alla Scuola di Francoforte. Al centro del volume è la prima fase dell'opera del teorico critico di seconda generazione, escludendo quindi la "Teoria dell'agire comunicativo" del 1981. Nello studio sulla crisi di legittimazione o su teoria e prassi nella società tecnologica, nella ricerca sull'orientamento politico degli studenti e nel lavoro sull'opinione pubblica emergono l'acutezza e lo sguardo critico rivolti ai guasti profondi prodotti dall'interconnessione fra Capitale e Stato, alla crisi dei partiti e dei sindacati, alla depoliticizzazione dei cittadini e alla sostituzione del pubblico con il privato, all'opacità dei programmi politici. Per ricostruire una teoria utile a una prassi di profondo cambiamento dal basso della società attuale è utile ritornare a queste pagine del primo Habermas, vicino a una stagione feconda del pensiero tardo marxista: l'indagine, condivisa da pensatori come Claus Offe, James O'Connor, Nicos Poulantzas, Johannes Agnoli, sulla crisi di legittimità dello Stato nel tardo capitalismo.