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Nel decennio 2010-20 le politiche di austerità sulla spesa e, ancora di più, sul lavoro pubblico hanno determinato rilevanti difficoltà, da parte dei Comuni, a garantire l'erogazione dei servizi di welfare come quelli educativi e socio-assistenziali. Per far fronte al problema, oltre all'affidamento al privato, i Comuni hanno trasferito in modo crescente i servizi a gestione diretta a organismi ed enti da essi controllati, come istituzioni, aziende speciali, fondazioni, che si pongono in un'area intermedia tra pubblico e privato. A partire dall'analisi di casi studio nell'ambito dei servizi per l'infanzia, il volume sottolinea come il ricorso a tali soggetti risponda a diversi obiettivi da parte dei Comuni: da un lato, permette di superare in parte i vincoli finanziari e quelli relativi alle assunzioni posti agli enti locali, trovando una minore ostilità rispetto all'esternalizzazione a privati; dall'altro, le nuove soluzioni organizzative hanno innescato importanti trasformazioni nei servizi, pur scontando alcune incertezze nella normativa. In tale contesto, emerge in particolare il ruolo centrale del cambiamento nella regolazione del lavoro, cui viene dedicato ampio spazio nel libro, evidenziando come i mutamenti del rapporto di lavoro presentino molte potenzialità ma anche alcuni rischi per la qualità del servizio.