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Vi furono epoche, prima della moderna rivoluzione scientifica, nelle quali il mondo intero era in sé immagine, tutto era in tutto, ogni realtà e ogni linguaggio, la Natura e la Scrittura, rinviavano a un comune alfabeto celeste e sovraceleste, retto dalla verità e dall'unità del Logos divino. Questo libro indaga la trasformazione del pensiero figurato dall'affascinante visione trascendente di Giovanni Scoto Eriugena, di Pico della Mirandola, di Niccolò Cusano al concettismo del Marino e del Tesauro, mostrando la differenza fondamentale fra il simbolo metafisico e l'allegoria mondana, già annunciatrice della transizione dall'antico al moderno.