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Il volume raccoglie nove testi, inediti in italiano o di difficile reperibilità, che presentano un Rousseau distante dalla sua immagine stereotipata di detrattore delle belle lettere. Dall'utopia all'epistola fittizia, dalla tragedia al racconto di fate, fino al pastiche biblico, questi scritti fanno emergere con forza il valore filosofico anche di quella parte della produzione del pensatore ginevrino che non si serve degli strumenti espressivi convenzionali della filosofia, ma che coniuga consapevolmente riflessione teorica e finzione letteraria. Grazie a questa fruttuosa sinergia, la finzione diventa, agli occhi di Rousseau, uno strumento euristico fondamentale per la riscoperta di quella naturalità perduta, dalla cui riconquista dipende la felicità umana.