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Perché alcuni suoni stanno bene insieme e altri no? Da più di due millenni, questa semplice domanda è al centro della riflessione di filosofi, scienziati e teorici della musica. Da Pitagora a Keplero, da Galilei a Helmholtz, fino alle ricerche sperimentali contemporanee, il fenomeno della consonanza e della dissonanza è tra i più dibattuti della teoria musicale. Il volume presenta una ricostruzione storico-critica della nozione di consonanza, evidenziando i mutamenti concettuali ed epistemologici che la attraversano. Dall'esposizione emergono modelli esplicativi di riferimento - aritmetico, fisico-acustico, psicoacustico, fenomenologico, estetico-valutativo - che riassumono alcune impostazioni ricorrenti, senza tuttavia esaurirne la profondità. Il problema della consonanza apre così la riflessione ad alcune questioni tradizionali dell'estetica: da che cosa dipendono gli effetti che l'oggetto di percezione provoca sul soggetto? Che rapporto c'è tra regolarità degli impulsi e piacere della sensazione? Esistono "universali musicali" o l'esposizione a una specifica cultura modifica il giudizio? Senza la pretesa di dare una risposta definitiva a queste domande, il libro mira a evidenziarne le premesse e le tensioni teoriche, intrattenendosi nel tentativo di capire in quale modo le preferenze che si manifestano nella percezione dei suoni corrispondano a una predisposizione innata o a disposizioni acquisite.