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In tutto il mondo l'esperienza del Sessantotto si è esaurita entro la prima metà degli anni Settanta, di fronte al tramonto delle ideologie al riflusso nel privato. Invece in Italia, nel 1977, una generazione di militanti di sinistra ha creduto ancora nella possibilità di una rivoluzione e ha messo in atto un estremo tentativo di sovvertire a società. Ne è scaturito un movimento in bilico tra l'esaltazione e i superamento della politica, aperto a spericolate contaminazioni culturali e capace di audaci sperimentazioni creative, ma anche indissolubilmente legato a dottrine e pratiche violente, tanto da inaugurare la fase più buia degli "anni di piombo". Il movimento del '77 attende ancora un'analisi sistematica, oltre a lasciare aperti interrogativi che sono ineludibili per capire e finalmente storicizzare gli anni Settanta. Il volume ricostruisce, sulla base di un'imponente ricerca archivistica e documentaria, il contesto di crisi nel quale maturò questo ciclo di protesta, i riferimenti intellettuali che ispirarono la mobilitazione, la visione del mondo e le rivendicazioni dei contestatori, gli schemi interpretativi che favorirono l'escalation violenta, la reazione delle istituzioni e la dialettica tra movimento e organizzazioni armate clandestine.