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Il tema della sicurezza sul lavoro stenta ancora a imporsi benché costituisca un problema di perdurante attualità. Nel volume s'intende dar voce a chi non riesce a farsi ascoltare perché intento a guadagnarsi (o preoccupato a mantenere) la sicurezza del posto di lavoro prima ancora di esigere una sicurezza sul lavoro. Prendendo le mosse dall'osservazione etnografica di un luogo carico di stereotipi come il cantiere edile, si invita a riflettere sulle principali dinamiche quotidiane di costruzione in pratica della sicurezza e si propone una lettura di diverse situazioni di non rispetto delle norme. In particolare di quei casi in cui l'uso dei dispositivi di protezione individuale risulta difficile e problematico. Le tre possibili chiavi di lettura proposte richiamano la pratica della spavalderia, la dimensione del sapere esperto e le pratiche di collaborazione e coordinamento tra gli operai. La ricerca mostra come la mancata comunicazione e interazione tra il livello istituzionale, dove si decidono le norme, quello organizzativo in cui si recepiscono e quello delle pratiche in cui vengono tradotte (e spesso tradite) nell'attività di lavoro quotidiano, impedisce l'instaurarsi di quel processo di circolarità del sapere che accrescerebbe e migliorerebbe la conoscenza delle pratiche sulla sicurezza nei vari contesti locali.