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Nell'era post-ideologica della globalizzazione - tra crisi dell'economia e nodi irrisolti della rappresentanza politica - molti spettri continuano ad aggirarsi ai margini e negli interstizi della cultura europea. Fantasmi e relitti di età recente depositati nell'archivio delle grandi narrazioni declinanti. Ma anche spettri di età più remota: voci, figure e storie che vengono dalla Grecia classica. Che cosa fanno intendere questi spettri antichi? Come possono essere consapevolmente evocati perché agiscano segnando l'apertura di un contro-tempo e di un controdiscorso nello scenario della crisi, perché producano una modificazione dello sguardo? Partecipazione politica, natura della legge, distribuzione della ricchezza, modelli educativi, conflitto tra generazioni, donne e soggetti alternativi, linguaggi della comunicazione e del potere, strategie del rapporto tra governanti e governati, costruzione di un centro condiviso in cui riconoscersi sono i temi che qui si intrecciano nel confronto con i testi e gli autori della cultura greca, da Solone a Tucidide, da Eschilo a Aristofane, da Eraclito a Platone. Dal desiderio della democrazia ai sentieri della sapienza iniziatica, la traiettoria dell'evocazione costringe a riflettere sui modi e sul senso di abitare la polis.