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Qual è il rapporto fra riso e libertà individuale, fra ironia, persona e sapere? Con questo interrogativo a metà Ottocento la storiografia risorgimentale si volgeva alla grande crisi civile del Rinascimento per indagare il potere liberatorio e insieme distruttivo del comico. Ed era anche un modo per spiegare l'antropologia dualista dell'Europa moderna: da una parte una ricerca di universalità subordinata a concezioni normative, "classiche" dell'uomo; dall'altra, invece, l'eccentricità irridente e anticonformista, la creazione ininterrotta di sé stessi, il lavoro indefinito e sperimentale della libertà come forma dell'individuo. A partire da tale ottica interpretativa, il libro esamina alcuni episodi letterari rinascimentali, dal "Timone" del Boiardo all'"Orlando furioso" dell'Ariosto e ai "Capitoli della peste" del Berni, che riattivano l'ironia complessa di Socrate secondo un gioco di prospettive multiple che fa dell'ironia stessa un cammino verso la conoscenza e della letteratura una via dinamica alla verità.