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Gli studi sul diritto d'autore, in ambito italiano, sono rimasti confinati fino a tempi recentissimi nel quadro dei loro pur molteplici aspetti giuridico-istituzionali. In altri contesti culturali, essi sono invece entrati a far parte, da circa tre secoli, di un dibattito filosofico di alto profilo per il quale basterà ricordare i nomi di Diderot e di Condorcet, di Kant e di Fichte, e prima ancora quello di Locke, cui viene generalmente attribuito il fondamento filosofico della proprietà intellettuale, i più recenti sviluppi, provenienti in particolare dal mondo anglosassone, hanno proposto di esaminare il libro e la lettura sotto un profilo eminentemente economico, come espressione di un processo di modernizzazione, più che di un mero diritto. Questo volume, il cui titolo vorrebbe lasciare aperto un problema interpretativo, si propone di individuare alcuni punti di connessione tra la dimensione giuridica e quella politica, economica, industriale, della "proprietà" intellettuale, e insieme di ripercorrere i momenti essenziali della discussione sulla portata reale del concetto nel contesto della storia letteraria ed editoriale.