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Un cadavere fetido e putrescente su cui uccelli e cani banchettano. Una lotta mortale intorno al destino e ai diritti di questo corpo. Antigone contro Creonte. Un nodo tragico infinitamente riattraversato, dall'antichità ai traumi del "secolo breve". Antigone è stata identificata con le ragioni della pietà e dell'amore, con il profilo aurorale dell'autonomia etica, con la speranza di una rigenerazione, con la figura della dissidenza o del terrorismo. E tuttavia, se si ritorna al testo tragico, ci si avvede di ben altra e più inquietante configurazione. Antigone e Creonte sono i due volti inseparabili di una medesima élite che si autodistrugge dall'interno, disseminando la "peste" intorno a sé. Nel conflitto tragico si riannodano le contraddizioni di una città ove la politica è maledizione reciproca, gioco avvelenato, manipolazione della memoria e delle identità. Una città che è tomba e prigione senza scampo e senza futuro.