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Dal XIII secolo all'unità d'Italia, e con propaggini fino ad oggi, l'identità culturale degli italiani è stato un fenomeno eminentemente linguistico. L'incontestabile centralità della questione di una lingua comune - in quale lingua scrivere, in quale parlare, quale insegnare nelle scuole - ha suscitato nei secoli l'intervento dei maggiori intellettuali, con prese di posizione a volte radicali, a volte concilianti. Il dibattito intorno alla "questione linguistica" ha definito campi di forze in cui le voci periferiche spesso hanno pareggiato o surclassato, per la qualità teorica delle proposte, le soluzioni divenute egemoni. Questo complesso rapporto tra lingua, cultura e potere ha costituito la matrice di ogni riflessione sulla nostra lingua e mostra ancora oggi l'imponenza della sua azione nell'instabile equilibrio tra lingua italiana e lingue straniere, dialetti, linguaggi tecnici e mediatici. Ripercorrendo, compendiando e commentando quanto si è prodotto da Dante a oggi in merito alla "questione della lingua", l'autrice offre chiavi di lettura funzionali all'interpretazione storica ma anche un punto di vista utile all'osservazione critica degli usi e delle abitudini linguistiche nella stretta attualità.