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Il volume ricostruisce il pensiero e l'azione del politico, giornalista, memorialista Giorgio Asproni (Bitti 1808-Roma 1876), figura di rilievo nell'età risorgimentale che lo vide partecipe dei momenti decisivi dell'unificazione italiana. Dopo essere stato prete e canonico nella diocesi di Nuoro, ormai quarantenne uscì dalla gerarchia ecclesiastica dedicandosi all'attività politica e giornalistica. Il deputato Asproni ebbe fama di convinto democratico in tempi in cui essere repubblicano era reato; avversò il governo piemontese nella Sardegna vicereale, successivamente nell'Italia unificata e fu irriducibile antimonarchico e antisabaudista. Avvalendosi della documentazione disponibile presso la Biblioteca e l'Archivio della Camera dei Deputati di Roma, con un richiamo ad altre fonti rinvenute dall'autrice nei principali istituti culturali e archivi italiani, quali le sue numerose corrispondenze ai giornali repubblicani mazziniani e ai carteggi con illustri personaggi del Risorgimento, come Garibaldi, Cattaneo, Mazzini, Celesia, Sella, Guglielmi e tanti altri, si è voluto dare risalto al suo ruolo di oppositore. Un'opposizione, quella di Asproni, che non conobbe partito e che ebbe come unico discrimine i principi di giustizia e verità.