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Il ritratto di Eugenio Montale percorre l'arco della sua esistenza, dalla dolce cattività degli anni liguri alla partecipazione alla Grande Guerra, dai vent'anni fiorentini ("i più importanti" nell'esperienza del poeta) fino all'impegno giornalistico al "Corriere della Sera" e alla conclusione del Libro. La lettura delle opere segue negli "Ossi di seppia" il calcificarsi della realtà naturalistica ed esistenziale, nelle "Occasioni" il messaggio salutifero di Clizia; nella "Bufera e altro" il romanzo larico e dell'eros; infine, da "Farfalla di Dinard" a "Satura", l'assedio del quotidiano.