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Giovanna Zangrandi (1910-1988), laureata in chimica nel 1933, esordisce come autrice di articoli e racconti alla fine degli anni Trenta. Milita come staffetta nella Resistenza e, al termine del conflitto, si dedica all'attività di scrittura affiancando ad una modalità narrativa vicina alla tematica neorealista, trasposta in chiave di realismo locale, la scrittura di sé. Dopo "Leggende del Cadore" (1951) consegue il premio Deledda con "I Brusaz", romanzo edito da Mondadori nel 1954, ed è segnalata dai principali critici dell'epoca. Pubblica "Orsola nelle stagioni" (1957), "Il campo rosso" (1959), "I giorni veri" (1963), diario della lotta partigiana, la raccolta "Anni con Attila" (1966). Gravemente ammalata, raccoglie negli ultimi anni racconti scritti precedentemente: "Racconti partigiani", "Gente alla Palua", "Racconti partigiani e no". I materiali d'archivio riordinati e salvati da un destino di oblio - hanno permesso di ricostruire la sua biografia intellettuale e di indagare il percorso di scrittura delle opere edite ed inedite, a partire dall'idea originaria fino alla stesura consegnata all'editore.