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Senza la capacità di rapportarsi agli altri non si sarebbero mai potute sviluppare la società e la cultura umana. E del resto, in ogni istante della nostra vita, anche quando siamo soli, la presenza degli altri non ci abbandona. Degli altri siamo in grado di comprendere i sentimenti, le intenzioni. E ciò che essi pensano, del mondo e di noi, ci determina. Ma che cosa ci permette di considerare gli altri come esseri come noi e di entrare in relazione con loro e qual è allora la struttura del legame sociale? È a queste domande che l'autore cerca di dare una risposta. Per farlo sviluppa un'analisi fenomenologica dell'esperienza dell'altro. Nello stesso tempo si confronta con le più recenti teorie nell'ambito delle scienze della mente e delle neuroscienze, così come con quelle delle scienze umane. In questo modo delinea una proposta teorica secondo cui vi è relazione specificamente umana e sociale solo quando ci si rapporta a uno come noi ma diverso da noi.