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In questo libro, Hilary Putnam, uno dei più influenti filosofi della seconda metà del Novecento, racconta la propria "scoperta" dell'ebraismo e l'incontro con alcune figure di spicco della filosofia ebraica, Franz Rosenzweig, Martin Buber ed Emmanuel Levinas, cui si aggiunge Ludwig Wittgenstein, il quale, sebbene ebreo non praticante, ha sviluppato secondo Putnam una concezione della religione in qualche modo affine a quella di Rosenzweig, Buber e Levinas. Ne nasce un libro molto personale, quasi intimo, in cui la riflessione sul significato di questo incontro amplia il proprio orizzonte fino a includere ciò che la religione in generale può significare nella vita di ciascuno di noi. Con un saggio di Massimo dell'Utri e Pierfrancesco Fiorato.