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Fin dagli anni Venti l'organizzazione della diplomazia culturale assunse un ruolo rilevante all'interno della politica estera mussoliniana, con l'obiettivo sia di promuovere la fascistizzazione delle collettività di emigrati, sia di suscitare diffuse simpatie presso le opinioni pubbliche straniere. Se gli esiti del progetto di irradiazione culturale e ideologica furono certo inferiori alle ambizioni fasciste, fu nondimeno messa in campo una complessa e articolata macchina propagandistica, che vide la partecipazione di settori significativi dell'elite intellettuale del ventennio. Il volume intende ripercorrere scelte strategiche e momenti periodizzanti di questo intenso percorso, ricostruendo il dibattito interno al regime e mettendo in evidenza l'intreccio degli strumenti istituzionali e delle strategie comunicative utilizzate.