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All'indomani dell'Unità d'Italia l'esecutivo ha di fronte a sé un'emergenza: il brigantaggio meridionale. Tra i vari strumenti messi in atto per affrontarlo vi è anche il domicilio coatto. Si tratta di una misura di pubblica sicurezza che consiste nell'obbligo di dimorare in un luogo designato dal ministro dell'Interno, per un tempo determinato e sotto una particolare disciplina, a cui è sottoposto chi viene considerato pericoloso a causa delle sue tendenze antisociali, o presunte tali. Questo strumento, introdotto per la prima volta con una legge eccezionale del 1863, se inizialmente viene utilizzato come provvedimento straordinario di ordine pubblico, poco dopo diventerà un mezzo preventivo ordinario previsto dalla prima legge unitaria di pubblica sicurezza del 1865. Da questo momento in poi il domicilio coatto verrà utilizzato come strumento sia ordinario sia straordinario di pubblica sicurezza. Verrà applicato a lungo nonostante le polemiche; resterà in vigore, infatti, per circa 60 anni, fino a quando le leggi fasciste lo sostituiranno con il confino di polizia. Il volume ricostruisce la storia di questo istituto fin dalla sua introduzione, con un'attenzione particolare alla formazione delle leggi che lo hanno contemplato e disciplinato e alla sua concreta applicazione.