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Il "Romancero" medievale, uno dei fenomeni più caratteristici della lirica ispanica, attinse ad ambiti eterogenei, da quello storico a quello letterario, dalle "Crónicas" alle leggende, e ne rielaborò in modo peculiare i materiali, costituendo nei secoli un patrimonio di componimenti (i "romances") che crearono nella realtà culturale iberica una sorta di "tessuto memoriale popolare", un insieme di temi, vicende, personaggi e situazioni collettivamente condiviso. A questo retaggio mnemonico i drammaturghi barocchi, consci delle possibilità offerte dai processi di riscrittura della materia tradizionale, attinsero con frequenza per la composizione delle loro opere. Il volume, partendo da un'analisi delle vicende legate alla trasmissione dei materiali "romanceriles" dal Medioevo all'epoca aurea, e dal genere lirico tradizionale a quello drammatico della "Comedia Nueva", affronta gli aspetti salienti delle tecniche di trasposizione intergenerica dei "romances", concentrandosi principalmente su temi e dinamiche della riscrittura teatrale. Il corpus preso in esame è quello della produzione drammatica di Luis Vélez de Guevara (1579-1644), autore la cui opera risulta fortemente permeata dall'impiego di questi meccanismi, che divengono autentiche forme di rappresentazione della realtà e costituiscono in definitiva un vero e proprio modo di "fare teatralità".