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Il saggio ricostruisce le vicende del "Congrès scientifique de France" costituito nel 1833 e dei congressi degli scienziati italiani inaugurati nel 1839. Tanto i congressi francesi che quelli italiani sembravano ricadere nella tipologia delle "associazioni per il progresso delle scienze" che nascevano in tutta Europa per promuovere la nuova figura dello scienziato professionista e specializzato. L'autrice mostra come in realtà in Francia e in Italia prevalsero progetti e attori diversi, e come si imposero differenti interpretazioni dei rapporti tra la scienza e lo stato, tra la cultura scientifica, la società e l'identità nazionale.