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IL rapporto che fin dalle origini il teatro ha intrattenuto con le forme rituali si è sempre presentato come un problema tra i più affascinanti. Nel Novecento l'avanguardia rinnova il proprio linguaggio cercando illuminazioni nelle culture più arcaiche, e uomini di teatro come Artaud o Fersen si sottopongono a vere e proprie iniziazioni tribali. La "scena rituale", che mette in rilievo la fondamentale antinomia di un "teatro senza teatro" (dal folclore europeo alle danze dei nativi americani e del 'cham tibetano), è il tema di un ciclo di conferenze, qui raccolte, promosso dalla Associazione ORSA e dal DAMS di Torino. Gli autori si interrogano su questo inaudito teatro che respira all'aria aperta, e si posiziona oltre le convenzioni incrostatesi nel corso dei secoli sul corpo dell'arte scenica. Il percorso non avviene secondo un'unica prospettiva critica, ma ricorrendo a specifiche metodologie di lettura, col contributo di studiosi di cinema, di teatro e di antropologia. Un rilievo particolare è dato alla documentazione e conservazione degli eventi e al conseguente dilemma fra tensione alla neutralità e fatale lettura interpretativa.