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Nella società della conoscenza gli strumenti offerti dalla tecnologia consentono di avere in ogni istante qualsiasi informazione su quanto ci circonda. Il rapporto tra conoscenza e potere si trasforma allora in un gioco di specchi non privo di rischi e di pericoli. Chi esercita il potere si serve della forza della conoscenza totale, e l'accesso a quest'ultima si conferma fonte e condizionamento di ogni potere. Si sta dunque avverando una versione postmoderna del Panopticon? Quali rimedi dovranno essere adottati per sfuggire alle prospettive ingannevoli di un'illusoria trasparenza e per evitare che questa si trasformi in permanente sorveglianza tecnologica? A queste domande non può sottrarsi chi intende tenere fermi i principi di libertà e di democrazia del nostro sistema politico.