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Satirico e burlesco, realistico e giocoso, sorridente e ironico, beffardo, aspro: così si atteggia nei suoi ventinove sonetti comici il poeta fiorentino Rustico Fiippi, avventuroso sperimentatore, alle origini della nostra letteratura, di un linguaggio ora violento, espressionistico, esplicitamente osceno, ora gergale, metaforico e allusivo, che costruisce sotto a un primo ordine di discorso, leggibile come "ingenuo", un secondo, ben più malizioso, su situazioni e temi relativi alla sfera dell'erotismo etero e omosessuale. Di tali sonetti si propone qui una lettura documentata, per recuperare il senso e la specificità della produzione satirica e giocosa del Filippi rispetto, per esempio, a quella del più noto Cecco Angiolieri.