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Gli autori di questo volume, dedicato a molteplici aspetti del Novecento letterario italiano, analizzano e definiscono il ruolo dello scrittore dinanzi alle diverse fisionomie del potere. Da un lato ci presentano la "Voce" e l'ermetismo, Vittorini e Brancati, Moravia, Chiodi, Montale, Gadda e Fortini. Dall'altro Pasolini e Sanguineti, Calvino e Roversi, la poesia contemporanea (Ortesta, De Signoribus, Anedda, Mesa), Sciascia, Ceronetti e le posizioni filosofiche degli intellettuali sull'"11 settembre". Nel confronto tra posizioni culturali differenti, il volume traccia una diagonale sulla "funzione" della civiltà letteraria italiana.