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Dalle fotografie "dirette" di Alfred Stieglitz alle traiettorie sferzanti di Franz Kline, dalle proliferazioni modulari dei minimalisti ai circuiti computerizzati di Peter Halley, questo libro è un viaggio nell'arte americana del Novecento, tra movimenti e poetiche, opere e fulcri tematici ricorrenti. Particolare risalto viene dato al trinomio arte-architettura-città e al ruolo degli scenari metropolitani nel rinnovamento del linguaggio visivo, così come si manifesta ad esempio nei lavori di Dan Graham o di Gordon Matta-Clark, o ancora nei video di Bill Viola e nella "graffiti art" di Keith Haring. Ne discende la natura peculiare dell'astrazione americana: ripetizione ossessiva e indeterminata di singole unità che evoca quella della griglia urbana.