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«Era l'anno in cui sarebbe dovuto finire il mondo. L'anno in cui si sentì spesso dire: "Non siamo la Grecia". Infatti, non siamo la Grecia. Per questo ne abbiamo bisogno.» Una taverna invisibile dalla strada: dentro, pochi tavoli, luci basse, fumo e bicchieri di retsina sempre vuoti. Suoni di risate, confidenze, insulti a mezza bocca. Poi tutto tace. Una melodia sale nell'attesa come una malattia, sospinta da un martellare di chitarre e buzuki, e una voce si leva infine sopra a tutto: è il rebetiko, il blues dei greci; colonna sonora di una nazione, lato di brace della vita. Seguendo le note di questa musica per ribelli, Vinicio Capossela ha percorso le strade della Grecia nell'anno del tracollo finanziario. Muovendosi tra taverne e vicoli polverosi, da Atene a Salonicco a Creta, Capossela racconta una Grecia inedita, sofferente e fiera, che riscopre il rebetiko come colonna sonora della krisis e che oggi, in un mondo in crisi perenne, lo arricchisce di nuovi significati. "Tefteri" - dalla parola che indica il registro di debiti e crediti che tutti hanno con la vita e la morte - torna in una nuova edizione accresciuta da materiali inediti, tra cui la prefazione di Yanis Varoufakis. Una sinfonia antica di parole e silenzi; un abbraccio monco, in cui ognuno può riconoscere la propria storia.