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Dopo la pubblicazione, "Il Cigno nero" è stato acclamato in tutto il mondo come un testo rivoluzionario, letto da milioni di lettori, la cui influenza è riverberata nei campi più diversi, dalla filosofia alla statistica, dalla sociologia alla psicologia, dalla medicina agli studi sul clima. In questo seguito del suo saggio "Il Cigno nero", Nassim Nicholas Taleb rileva con ironia come sia stato il mondo economico a rivelarsi il più cieco e refrattario ai Cigni neri, pur essendo l'ambito che maggiormente avrebbe potuto beneficiarne; risponde alle critiche mosse alle sue idee; ripercorre gli incontri con i filosofi, scrittori, scienziati, politici, lettori comuni con cui si è confrontato e ha discusso, vedendo la sua teoria prendere piede e svilupparsi. Robustezza e fragilità esamina le ramificazioni, le conseguenze e le potenzialità della teoria del Cigno nero chiedendosi quale sia la ricetta per avere società più robuste e meno vulnerabili a eventi rari e di grande impatto. Se si osserva la natura, le strutture e gli organismi che prosperano sono quelli che presentano la maggiore ridondanza e variabilità nelle funzioni: per esempio, magari il libro che avete in mano lo si può usare in altri modi, oltre che leggerlo. La fragilità invece risiede spesso nell'eccessiva specializzazione, nonché nella nostra eccessiva - ed errata - certezza di poter prevedere in anticipo l'inaspettato. In "Robustezza e fragilità", Taleb si muove tra esperienze personali, aneddoti curiosi e riflessioni profonde, tracciando le origini e il futuro delle sue intuizioni e diffidandoci dal credere ciecamente negli esperti e nel nostro desiderio di ordine; invitandoci a scoprire il piacere di vivere in un mondo imprevedibile e dinamico.