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Matti matti, mezzi matti e mattacchioni. Eccentrici, stravaganti e saggi alla rovescia. C'è chi urla, chi inveisce, chi canta, chi si traveste, chi chiede udienza, chi si limita ad aspettare Godot. Li vediamo vagare per le strade delle nostre città, alla fermata del tram, in piazza, al bar, sul sagrato della chiesa. Attraversano le nostre vite mentre tiriamo dritto per andare al lavoro. Spiazzano improvvisamente le nostre passeggiate domenicali gettando urla lancinanti. Uno, in tenuta da manager, cammina fingendo di parlare al telefono e ogni tanto grida ordini a qualche fantomatico sottoposto. Uno va a tutti i funerali, anche a quelli delle persone che non conosce, vestito di nero e con un mazzo di fiori in mano. Una esce di casa in sottoveste e veletta, portando sempre con sé una rivoltella. Uno indossa una tiara di cartone e recita omelie dal finestrino dell'autobus. Uno sostiene di essere il "progetto pilota" di una civiltà extraterrestre. Uno indossa solo una striscia di stoffa bianca, ha il volto scavato, i capelli lunghi e grigi: percorre silenzioso le vie del centro diretto al mare, anche in pieno inverno, seguito da un corteo di cani. È un nuovo Cristo?