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È il 1971. Emilio D'Alessandro lavora a Pinewood, accompagna attori e produttori in giro per i set a bordo della sua Ford Capri. È stato chiamato per una corsa a Abbots Mead, una villa alla periferia nordest di Londra. Suona alla porta d'ingresso, solo qualche minuto, e dal corridoio spunta un signore barbuto sulla quarantina. "Buongiorno, sono Stanley Kubrick. È lei il pilota di cui si parla in questo articolo?" domanda, mostrando un vecchio ritaglio di giornale. Kubrick sta ultimando le riprese di 'Arancia meccanica' e cerca un autista. Non sanno ancora che quell'incontro cambierà le loro vite. In trent'anni di sodalizio professionale e umano con il regista, Emilio D'Alessandro scopre i segreti della settima arte, un mondo fantasmagorico, lontanissimo dalle sue origini, che lui vive da protagonista. Emilio D'Alessandro, insieme a Filippo Ulivieri, racconta la sua esperienza straordinaria, grazie anche a un'inedita documentazione fotografica e alla raccolta delle lettere e dei messaggi che Kubrick gli ha inviato. Gesti quotidiani, drammi familiari, partenze e ricongiungimenti, chiacchiere davanti a una tazza di caffè americano, lunghi viaggi in auto in cerca di location. Giorno dopo giorno, Emilio diventa indispensabile per Stanley e Stanley per Emilio. "Stanley Kubrick e me" è la cronaca della carriera di un genio del cinema raccontata attraverso gli occhi del suo assistente personale, ma anche la storia di una profonda amicizia e di una meravigliosa avventura.