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Fondata a Milano da Enzo Paci nel gennaio 1951, "aut aut" rivista filosofica, ha avuto subito un respiro internazionale, per uscire in fretta dal provincialismo culturale di quegli anni. La fenomenologia di Husserl, nella elaborazione originale di Paci, diventa nel periodo successivo una militanza filosofica a tutto campo. Da qui nasce il peculiare marxismo critico del "decennio dei bisogni", gli anni Settanta, cui segue un lungo itinerario, che arriva fino a oggi, fatto di sforzi per reinventare la filosofia. "Il coraggio della filosofia" raccoglie alcuni dei testi più significativi di sei decenni di lavoro che hanno testimoniato la storia e le trasformazioni della filosofia contemporanea. Nella fase più recente, le analisi del potere di Michel Foucault e quelle dell'"alterità" di Jacques Derrida accompagnano uno scenario in cui incontriamo Warburg, Benjamin, Heidegger, Merleau-Ponty, Deleuze, Lévinas, Jankélévitch, Zambrano, Wittgenstein, Bateson, Goffman, Lacan, insieme ai migliori pensatori italiani (Vattimo e Agamben per esempio). Ci si interroga di nuovo sull'enigma della soggettività attraverso i temi del gioco e del paradosso. Si sonda l'ipotesi alquanto impopolare di un "pensiero debole". Vengono percorsi molti territori, soprattutto quelli della psicanalisi e della psichiatria critica. Si valorizzano le pratiche e i saperi concreti, le questioni di genere e tutto quell'equipaggiamento di pensiero che può costituire oggi "la politica", o "le politiche" della filosofia.