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Dal 1910 al 1920 il Messico fu sconvolto dalla rivoluzione, condotta a nord da Pancho Villa e a sud da Emiliano Zapata. Fu la prima rivoluzione moderna, condizionata dal treno a vapore e dalla cinepresa e Frank McLynn ne racconta la parabola attraverso l'ascesa e il declino dei suoi protagosnisti. Uomini diversi, uniti solo dalla passione per le donne e per la libertà, s'incontarono una sola volta senza capirsi e senza riuscire a esprimere una politica e una visione per tutto il paese. La storia della rivoluzione si chiude nelle pagine di McLynn come in un dramma di Shakespeare, tra destini tragici e tradimenti, mettendo in scena il caos e la violenza che minacciano continuamente di sconvolgere la patina sottile della civilizzazione.