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Trovando nel sogno un motivo che accomuna il primo Ottocento tedesco e la poesia simbolista francese, Albert Béguin si interroga sul ruolo dell'immaginario onirico nel Romanticismo. Da qui parte la sua indagine che assume poi dimensioni ben più ampie e diventa un viaggio nella poesia, nell'immaginario, nella filosofia di una stagione tra le più creative del nostro passato. Il suo è un percorso soggettivo, che si sviluppa per analogie e accostamenti: gli aspetti notturni della vita, il mito dell'inconscio, gli stati di estasi del poeta, la natura vengono colti nell'opera di Goethe, Holderlin, Novalis, Jean Paul, Rimbaud, Proust e dei surrealisti francesi.