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Una prima descrizione di "Miracolo della rosa" la dà Genet stesso, nel 1943, in una lettera al suo editore, scritta dal carcere della Santé: "Si tratta della merivigliosa avventura degli ultimi quarantacinque giorni di un condannato a morte. E poi, le mie memorie romanzate". Ambientato a Fontevreault, antica abbazia dei re di Francia degradata da Napoleone a carcere, la storia centrale di Arcamone, il condannato a morte, fiorisce con il vigore di un ciclo mitico abbracciando le storie dei compagni di pena di Genet e trasfigurandosi in leggenda di santi e poema cavalleresco. E l'universo carcerario, fortemente segnato dall'erotismo omosessuale, diventa figura paradossale di un ordine monastico con le sue regole crudeli.