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Fare metafisica vuol dire far parlare le cose, e mettersi in ascolto. Ma ogni ascolto presuppone un ascoltante, per il quale le cose sono quel che sono in quanto significano se stesse, e il loro significato consiste nello scarto tra la cosa stessa che si offre alla coscienza e la coscienza che si ha di essa. Facendo parlare le cose, quindi, il metafisico già le tradisce e tuttavia si mette in rapporto con esse in un corpo a corpo mediato dal concetto che è anche esercizio spirituale. Attraverso questo lavorio del concetto il metafisico si apre alla realtà per viverla come una traccia che fiorisce da dentro ogni coscienza, e il fiorire suscita commozione. Il presente saggio si propone di ricostruire e di problematizzare gli snodi fondamentali di quest'esperienza originaria che chiamiamo metafisica.