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Quando si sono conosciuti era una giornata afosa di agosto. Rodin, enorme criollo argentino, scuoteva forte il muso e pestava le grosse zampe nel fango sudicio, lanciando lo sguardo oltre il recinto. Roberto lo scrutava e cercava un modo per avvicinarlo e attirare la sua attenzione. Il cavallo era diffidente, ombroso, solitario e vedeva nell'uomo un nemico che voleva piegarlo. Per un anno intero, sotto la pioggia e la neve dell'inverno, sotto il cielo cobalto dell'estate hanno dormito insieme sul fieno della scuderia, hanno condiviso intere giornate tra selle e recinti, imparando, poco alla volta, ad ascoltarsi e ad avere fiducia l'uno dell'altro. Fino al giorno in cui Rodin si è avvicinato al suo nuovo amico e gli ha frugato la barba col muso. Da quel momento sono inseparabili e non passa giorno che non attraversano al galoppo boschi, prati e sentieri lungo il fiume. Dall'alba al tramonto. Tra cielo e terra.