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Il Palazzo Reale di Torino nasce come organismo vasto e articolato, quasi una città nella città, con il ruolo di centro del potere e luogo di rappresentanza per la magnificenza sabauda. La storia plurisecolare della prima residenza della dinastia dei Savoia in Italia è raccontata non solo dalla luminosa eleganza della facciata seicentesca, ma anche dallo splendore dei suoi interni: gli sfarzosi appartamenti, i fastosi saloni, i pavimenti a intarsio, le preziose tappezzerie, gli arazzi, i tappeti e i dipinti, le antiche porcellane, i vasi e gli orologi. Ma Palazzo Reale racconta anche più di tre secoli di storia del genio progettuale. La cappella e la galleria della Sindone, innalzate da Guarino Guarini nel 1667, la Scala delle Forbici e la Galleria del Beaumont, realizzate da Filippo Juvarra negli anni venti del Settecento, il Gabinetto Cinese allestito da Benedetto Alfieri, la Sala da Ballo, ideata da Pelagio Palagi nel 1835, costituiscono solo le punte di diamante delle colte e raffinate commissioni architettoniche dei sovrani sabaudi. L'ultima impresa architettonica e decorativa è costituita dal maestoso Scalone d'Onore, innalzato da Domenico Ferri nel 1862: con il trasferimento della capitale il Palazzo perde progressivamente di importanza, fatta eccezione per la breve stagione, nel 1931, in cui vi ebbero residenza i principi di Piemonte Umberto II e Maria José, destinati a essere gli ultimi sovrani d'Italia.