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Il Credem è una delle poche banche private italiane - se non l'unica di una certa consistenza - che abbia mantenuto, per tutto l'arco della sua esistenza, questa connotazione giuridico-economica, senza cioè transitare mai nelle mani dello Stato, in una delle numerose forme assunte dalla presenza pubblica nel comparto bancario. Questa straordinaria condizione è stata perseguita passando attraverso stagioni molto diverse e che hanno rappresentato momenti di svolta importanti. Soprattutto una gestione sempre attenta e prudente, avendo come interlocutore prioritario, per oltre sessantanni, il mondo economico della provincia di Reggio Emilia, in tutte le sue articolazioni, ma con una lunga predilezione per la sua componente agricola. Il legame profondo con il territorio rappresenta, infatti, uno degli ingredienti più rilevanti di questa storia. I cambiamenti della struttura economica e sociale del territorio nel secondo dopoguerra, con il suo impetuoso sviluppo industriale, non hanno colto di sorpresa il gruppo dirigente, che ha saputo bene interpretare le novità, adeguando la strategia e la struttura della banca. Negli ultimi vent'anni poi i cambiamenti sono stati ancora più incisivi. Il territorio su cui opera oggi il Credito Emiliano è ormai praticamente l'Italia intera. In un processo di acquisizioni e fusioni, l'operazione di "de-territorializzare" la banca per poi "ri-localizzarla" in tutto il paese ha rappresentato uno sforzo che non ha paragoni nella storia del sistema bancario degli ultimi decenni.