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La storia del teatro francese fra il 1815 e il 1930 mostra due anime. Una più turbolenta, che si manifesta subito con la celebre "battaglia di Hernani", infuocato scontro tra classicisti e romantici emergenti in cui si affermarono a suon di urla gli ideali di giovani e irriverenti artisti come Hugo, Dumas e Musset. In questo filone rientrano a giusto titolo le sperimentazioni di André Antoine, le sofisticate messe in scena simboliste, lo scandalo destato dalla rappresentazione di "Ubu Roi" di Alfred Jarry, per arrivare alle surreali proposte di Apollinaire, all'innovativa compagnia dei Ballets Russes, alle ironiche invenzioni del giovane Cocteau. L'altra anima, più resistente, affonda invece le sue radici nella tradizione del classicismo ed esprime valori più convenzionali ma non per questo meno efficaci. Ne sono principali veicoli il dramma borghese, con campioni d'incassi come Émile Augier e Alexandre Dumas figlio, e il vaudeville, con un maestro come Labiche. Il volume unisce all'esame filologico dei testi e delle strutture drammaturgiche, l'attenzione allo spettacolo, alla vita dei teatri, delle compagnie, delle grandi vedettes.