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Detentori del monopolio delle derrate e dei commerci, i veneziani hanno avuto nei secoli anche un altro primato: quello dell'arte gastronomica. La cucina veneziana è una fusion, il frutto del vivace scambio di merci, ricette, cuochi e idee che caratterizza da sempre lo spirito e lo stile di questa città, multietnica per vocazione storica. Se la gastronomia veneziana conosce un picco di massimo fulgore in epoca rinascimentale, quando diviene un tripudio di rarità e costose raffinatezze, la sua vera grandezza è quella di saper uscire dalle cucine per arrivare in biblioteca: caso unico nella Penisola, a Venezia si sviluppa infatti una fiorente editoria gastronomica fatta di ricettari, traduzioni di libri di dietetica dall'arabo e dal greco, resoconti di viaggio e relativi usi alimentari esotici. Ma il gusto è un prodotto della storia che si modifica nel tempo, e quindi anche l'arte gastronomica della Serenissima conosce una lenta evoluzione nel corso dei secoli. Si passa così dalle ostriche rinascimentali coperte d'oro, alla moda seicentesca degli chef francesi, alla scoperta delle bevande al cacao nel Settecento. In circa quattordici capitoli, che alternano l'uso delle fonti storiche e dei documenti d'archivio con le testimonianze narrative di veneziani, chef e gourmet, Carla Coco delinea la gustosa parabola della cucina veneziana dalle origini all'oggi.