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Nella Firenze liberata, tra l'agosto del '44 e l'aprile del '45, si fa strada in Piero Calamandrei e in un giro di intellettuali amici l'idea di dare espressione ai molti fermenti dell'Italia del tempo attraverso la creazione di una rivista, in grado di accogliere temi ed esigenze culturali avvertiti con urgenza da chi stava uscendo a fatica da un lungo trentennio di compromessi e di scelte e non-scelte dolorose. Nasce così il "Ponte", luogo di incontro inter-generazionale che dà voce al bisogno di guardare fuori dai confini, di fare i conti con la memoria, con il fascismo, con la scelta repubblicana, con la rinascita del confronto - interno e internazionale - dei partiti, delle ideologie e degli Stati. Introdotto da un vasto affresco inrerpretativo di Mario Isnenghi, il libro raccoglie una corposa scelta di articoli di Piero Calamandrei e di numerosi altri personaggi-autori risalenti al primo triennio del "Ponte" (1945-47). Essi sono il frutto di quel periodo di trapasso e rifondazione nel corso del quale Calamandrei affronta la marginalità, l'attendismo, i compromessi di ieri e di oggi - in una parola, la desistenza - che hanno marchiato la sua generazione e hanno consentito abominii della ragione.