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La sfiducia nel Fato e nella Storia è un filo rosso che serpeggia nell'opera virgiliana; nei suoi versi echeggia un senso inespresso e sofferto di rimpianto. Per la scomparsa dell'Arcadia, il paradiso sulla terra; per l'assenza di un equilibrio; per la violenza che governa il mondo trascinando gli uomini in un vortice che non perdona i vinti, ma giustifica sempre i vincitori. Eppure alla corrosiva perdita di senso della Storia, Virgilio oppone l'impossibile giustificazione di una "pia" rassegnazione: da qui la celebrazione di Augusto e la fiducia nella giustizia e lungimiranza del potere, di cui Enea è portavoce e simbolo.