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Il volume si propone di indagare il valore pedagogico dello scambio epistolare. Pratica di scrittura, ma anche pratica sociale e materiale, la lettera ha rappresentato per molti secoli un prezioso strumento di comunicazione "in assenza": non solo per ricevere e trasmettere informazioni, ma, non di rado è stata anche l'occasione di uno scambio articolato per quanto riguarda le questioni educative, con particolare riferimento agli accadimenti del quotidiano. Nel momento in cui la lunga storia della lettera sembra essere terminata, appare tuttavia interessante analizzarne le implicazioni pedagogiche. A partire dalle lettere scritte da alcune figure del Novecento, come, ad esempio, A. Gramsci e P. Florenskij, infatti, l'analisi propone una riflessione su alcune questioni pedagogiche sollevate dagli scriventi in qualità di educatori, in alcuni casi genitori, che per diverse ragioni possono seguire il percorso di crescita dei giovani a loro cari solo "per lettera".