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Vittorio Alfieri è il più grande tragediografo della letteratura italiana e uno dei massimi autori del Settecento. Intellettuale di statura europea, fra i primi interpreti della crisi che dall'Ancien Régime conduce all'età contemporanea, coniuga nella sua produzione l'eredità illuministica e le istanze del Romanticismo, il culto per i classici e l'attenta auscultazione del presente, entrando in competizione tanto con i grandi autori del passato, come Euripide, Seneca e Machiavelli, quanto con i philosophes francesi, come Voltaire e Rousseau. L'antologia, corredata da un'introduzione che ripercorre le tappe della carriera di Alfieri e da una bibliografia, propone una scelta dai diversi generi con cui l'autore si confronta: dal capolavoro autobiografico, alle tragedie e alla lirica, dai trattati giovanili alle opere tarde, di stampo satirico, in cui si realizza il distanziamento dalla storia e la fuga nel mito, ultimo rifugio dal "vil secol" presente che stravolge l'ideale libertario costantemente vagheggiato e mai attinto da Alfieri.