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Ultimo scrittore italiano all'avanguardia sullo scenario europeo, ed ultimo a potersi definire tanto ambizioso quanto ambito nelle principali istituzioni del continente, Marino è anche il primo ad essere entrato in esibita sintonia con i gusti del pubblico e del mercato, ad aver cioè bilanciato la propria vasta produzione tra il più ardito e scandaloso sperimentalismo e le esigenze di un sostentamento economico tanto più impegnativo quanto più illustri erano i committenti. Promovendo insistentemente la propria immagine e dettando i gusti delle corti ospitanti, Marino traccia una delle vicende poetiche più multiformi e anticonvenzionali della storia letteraria italiana, capovolgendo senza scrupoli lo statuto di alcuni generi - come la lirica sacra ed encomiastica, ma anche il poema - e inventandone di nuovi, come l'idillio e il 'dipinto in versi'. Una sorprendente parabola letteraria, insomma, che anche nelle sue pieghe 'minori' conferisce a Marino una posizione storica e una spregiudicatezza etica ed estetica talora guardate con diffidenza dalla critica e sostanzialmente oscure al pubblico più ampio.