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L'adesione di Gadda alla prosa d'arte e al frammentismo elegante si protrae dal libro d'esordio, "La Madonna dei Filosofi", attraverso "Il castello di Udine", "Le meraviglie d'Italia", "Gli anni", sino alle raccolte di saggi, favole o descrizioni del dopoguerra inoltrato. La morfologia delle prose gaddiane di misura breve viene qui esaminata nei suoi rapporti ambivalenti con l'orizzonte letterario coevo oltre che con il complesso dell'attività dell'autore. Le torsioni espressive, gli scarti umoristici, gli affondi dell'argomentazione, le aperture alla narrazione offrono più ampie possibilità di rappresentare il reale, non soltanto l'io che lo sovrasta: ne emerge il quadro suggestivo della ricchezza e varietà dei generi praticati dall'"Ingegnere de letteratura".